SIPARIO nasce per volontà di un gruppo di amici che hanno come obiettivo comune il «migliorare la qualità di vita non solo dei ragazzi con disabilità intellettiva e/o sensoriale ma anche delle loro famiglie» ed «essere promotori di una cultura in cui ogni persona ha pari dignità ed il ruolo di ognuno è integrato in quello degli altri».
I ragazzi disabili, per noi, non sono degli “infelici” e le loro famiglie delle “povere sfortunate”, li consideriamo, invece, una vera e propria “ricchezza”, perché insieme possono diventare una trainante forza di crescita umana ed etica oltre ad una considerevole risorsa per lo sviluppo dell’intera società. È importante, però, “dimostrare fiducia nelle potenzialità del ragazzo e in quelle della sua famiglia” affinché il ragazzo possa crescere nel modo migliore e la famiglia si senta sostenuta nell'affrontare le difficoltà e supportata nel creare soluzioni.
Siamo certi che “i genitori conoscono i figli meglio di chiunque altro e che vogliono per loro le migliori opportunità di sviluppo”: è per questo che SIPARIO è a disposizione delle famiglie per collaborare ed insieme essere un servizio, speriamo “utile”, alla crescita dei loro figli.
L’associazione non gode di alcuna sovvenzione pubblica e fino ad oggi è riuscita ad operare grazie ai contributi dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, alla generosità di numerose persone che la sostengono finanziariamente e moralmente oltre che alla grande forza di volontà delle famiglie che “credono nel potenziale e valore umano dei propri e di tutti i ragazzi disabili”. Il nostro gruppo di lavoro è composto da professionisti, formatori, educatori e tanti volontari che giornalmente stanno con i ragazzi, li sostengono durante lo svolgimento delle varie attività in programma e li formano a seconda delle varie discipline che devono affrontare.
SIPARIO promuove attivamente sul proprio territorio la diffusione della cultura dell’integrazione e dell’inclusione sociale delle persone disabili intellettive e/o sensoriali oltre della loro pari dignità e diritto al lavoro, affinché ognuno se ne faccia carico e non se ne senta esonerato perché tanto ci sarà comunque qualcuno che ci pensa, tanto c’è la legge!